In Sardegna l’estate è lunga. Si arrotola morbida verso i mesi più freddi, quasi a volerli abbracciare e tenere stretti a sé. Per non permettere loro di prendere il sopravvento e guidarli dolcemente verso temperature miti e piacevoli.
I mesi di settembre e ottobre trasformano l’Isola in qualcosa di diverso rispetto al fragore e al caldo asfissiante dei mesi estivi. I colori si fanno più intensi, ma allo stesso tempo più sfumati.
E questo è un disegno comune, che si ritrova nelle spiagge sfollate e anche tra i banconi del mercato.
Sono in molti a pensare che sia l’estate il regno assoluto degli ortaggi e della frutta. Ma in realtà l’inizio dell’autunno è foriero di frutta succosa e di verdure che portano nei piatti accenni forti di sapore e guizzi colorati.
Se dovesse capitarvi di fare un giro tra i box chiassosi e divertenti dei mercati civici cagliaritani, dal mercato di San Benedetto, a quello di via Quirra, passando per il mercato di S. Elia, vi renderete conto di quanta vitalità si nasconda nella stagione dell’anno che fa capolino al nuovo anno.
È una sorta di mescolanza tra il vecchio e il nuovo. Tra ciò che è stato e ciò che sarà. Non di rado infatti vi capiterà di scovare ancora zucchine e melanzane di campo, più piccole di quelle che si possono trovare in estate, ma ancora piene del sole di Sardegna. E i pomodori, che a Pula continuano a cercare testardi quel calore che li rende così rossi e dolci. O le pesche, simbolo forte del paesino di San Sperate.
Accanto, la natura che si assesta su ritmi diversi ed ecco apparire i primi, timidi, tesori dell’autunno. I cachi, le mele, l’uva che ancora resiste. La zucca, che anche qui in Sardegna, si offre al terreno in alcune varietà, e i cavoli, in tutte le loro forme o dimensione. O quasi. Il cavolo sardo, infatti, in ottobre è sinonimo di cavolo nero o cappuccio. Per il cavolfiore bisognerà aspettare i primi freddi veri.
Un’offerta di colori che ci permette di portare in tavola la bellezza della terra. Perché mangiare sostenibile significa anche questo: rispettare i tempi della natura e provare a gustare i suoi frutti. Mese dopo mese. Senza fretta.